Intervista per "SPORT FOGLIO"
weekMagazine dell'Oglio Po -anno IX- n°7-22/02/2013
Siamo gente d’acqua dolce. Poco importa che sia fiume o
lago. Quell’elemento ci unisce. E allora, anche se per parlare della storia di
Federico Troletti occorre spostarsi di un centinaio di chilometri e attraversare
la Val Camonica, arrampicandosi sulle pitture rupestri, beh, poco importa. Il
33enne di Cividate Camuno è una sorta di uomo-pesce, che in piscina, o nel lago,
deve passare un po’ di ore praticamente ogni giorno. E’ una necessità prima che
un piacere. La sua impresa non poteva che essere dunque legata proprio
all’elemento più umido del cosmo. Nel 2011 Federico ha sfidato il Lago di Garda.
Non una passeggiata qualsiasi: una traversata, per il lungo, da punta a punta.
Ma lasciamo parlare lui. “Da Riva del Garda a Desenzano” conferma Troletti,
neo-papà di Matilde, 5 mesi compiuti da poco e all’epoca “solo” fidanzato con
Federica, che oggi è diventata sua moglie “. Ho completato l’opera, a nuoto, in
15 ore, 14 minuti e 20 secondi, battendo il precedente record di Paolo Carino”.
Se già il tempo rende l’idea dello sforzo immane, forse il chilometraggio offre una
percezione ancora più puntuale: 54 chilometri di bracciate, con le uniche soste
previste per assimilare integratori e alimentarsi tramite borracce. “Mi hanno
seguito i miei fidati canoisti e un’imbarcazione d’appoggio, dove c’erano
medici, massaggiatori, esperti in comunicazione, che hanno raccontato la mia
traversata su internet, oltre alla mia famiglia ovviamente, e a qualche fan.
Quella notte (già, perché la traversata è iniziata nel tardo pomeriggio del 5
agosto 2011, ndr) c’è stato un temporale fortissimo sul Garda e sulla barca
hanno vissuto momenti di paura a causa di un black-out elettrico. Anche io, in
acqua, non me la sono passata bene, ma non ho mollato e tutto è andato per il
meglio e ho completato la mia missione”.
Poi Federico ammette di essersi rilassato. “Dopo quell’impresa, avevo però già in
testa una nuova sfida, più estrema ancora. E’ vero che ho messo su qualche
chilo, ma già nel 2012 avrei voluto tentare una prova mai superata da nessuno:
“vincere” a nuoto il Lago Maggiore. Ho rimandato, perché in luglio mi sono
sposato e a settembre è nata Matilde, ma ora sono pronto. Il 20 luglio alle ore
18 partirò da Tenero, in Svizzera, vicino a Locarno”.
Da lì all’arrivo, previsto al ponte di Sesto Calende, fanno 60 chilometri per un
tempo stimato di 18 ore ininterrotte di nuoto. Paolo Carino, il “rivale” di
Federico, non ha completato l’opera. Poi nessun altro ci ha provato. Trattandosi
di un lago alpino, i rischi sono anche nella profondità dell’acqua. “A Verbania,
dove dovrei arrivare all’alba del 21 luglio, si arriva a 370 metri, il punto più
fondo del Lago Maggiore. Ma il vero rischio è legato alla conformazione del
lago: ho studiato un percorso composto da sette segmenti, che seguono proprio
l’andamento del bacino lacustre. Non potrò andare veloce come sul Garda, dove
in certi punti toccavo i 4,2 km/h e dovrei attestarmi sui 3,5 km/h: questo
perché l’onda si frange e rallenta molto la nuotata, spezzandola”.
Perché partire alla sera? Solo per evitare il gran caldo
estivo? “Beh, non lascio nulla al caso. In realtà partirò nel tardo pomeriggio
per sfruttare meglio vento e correnti. E poi ho scelto una notte di luna piena:
la luce è fondamentale, ti dà la spinta. Vedere l’alba mentre nuoti è sempre una
liberazione, un modo per ritrovare le forze: la notte è il periodo peggiore, ma
se non ci saranno temporali e la luna illuminerà un po’ il lago, sarà tutto più
fattibile. Lo staff è confermato: in canoa a seguirmi ci saranno Massimo
Brescianini, Claudio Turina e Simone Zanettin. Sulla barca oltre a mia moglie
Federica e mia madre Gianna Gelsomini, tanti amici e il dottor Marcello
Giugliattini e Roberto Mini, che racconterà live l’impresa dal sito
www.federicotroletti.it”.
Dieci chilometri e 650 metri di acque svizzere, poi altri
49 chilometri e rotti per arrivare alla meta. “E’lunga, ma per me è già
cominciata. Il 7 gennaio ho iniziato la preparazione fisica, quella mentale è
partita molto prima. Avvicinandomi alla data fatidica del 20-21 luglio, alzerò
anche il ritmo dell’allenamento. Le prove generali sono fissate per il 2 giugno,
con la Ponte Caffaro-Idro andata e ritorno che affronterò in notturna, e per il
16 giugno con la Pisogne-Sarnico, 26 chilometri”.
Solo un assaggio, perché la portata principale, Federico, vuole consumarla qualche
decina di chilometri più a nord. Sempre in acqua, suo elemento essenziale:
l’uomo-pesce, del resto, nel Garda come nel Maggiore, non ha bisogno di
domandare permesso.
lago. Quell’elemento ci unisce. E allora, anche se per parlare della storia di
Federico Troletti occorre spostarsi di un centinaio di chilometri e attraversare
la Val Camonica, arrampicandosi sulle pitture rupestri, beh, poco importa. Il
33enne di Cividate Camuno è una sorta di uomo-pesce, che in piscina, o nel lago,
deve passare un po’ di ore praticamente ogni giorno. E’ una necessità prima che
un piacere. La sua impresa non poteva che essere dunque legata proprio
all’elemento più umido del cosmo. Nel 2011 Federico ha sfidato il Lago di Garda.
Non una passeggiata qualsiasi: una traversata, per il lungo, da punta a punta.
Ma lasciamo parlare lui. “Da Riva del Garda a Desenzano” conferma Troletti,
neo-papà di Matilde, 5 mesi compiuti da poco e all’epoca “solo” fidanzato con
Federica, che oggi è diventata sua moglie “. Ho completato l’opera, a nuoto, in
15 ore, 14 minuti e 20 secondi, battendo il precedente record di Paolo Carino”.
Se già il tempo rende l’idea dello sforzo immane, forse il chilometraggio offre una
percezione ancora più puntuale: 54 chilometri di bracciate, con le uniche soste
previste per assimilare integratori e alimentarsi tramite borracce. “Mi hanno
seguito i miei fidati canoisti e un’imbarcazione d’appoggio, dove c’erano
medici, massaggiatori, esperti in comunicazione, che hanno raccontato la mia
traversata su internet, oltre alla mia famiglia ovviamente, e a qualche fan.
Quella notte (già, perché la traversata è iniziata nel tardo pomeriggio del 5
agosto 2011, ndr) c’è stato un temporale fortissimo sul Garda e sulla barca
hanno vissuto momenti di paura a causa di un black-out elettrico. Anche io, in
acqua, non me la sono passata bene, ma non ho mollato e tutto è andato per il
meglio e ho completato la mia missione”.
Poi Federico ammette di essersi rilassato. “Dopo quell’impresa, avevo però già in
testa una nuova sfida, più estrema ancora. E’ vero che ho messo su qualche
chilo, ma già nel 2012 avrei voluto tentare una prova mai superata da nessuno:
“vincere” a nuoto il Lago Maggiore. Ho rimandato, perché in luglio mi sono
sposato e a settembre è nata Matilde, ma ora sono pronto. Il 20 luglio alle ore
18 partirò da Tenero, in Svizzera, vicino a Locarno”.
Da lì all’arrivo, previsto al ponte di Sesto Calende, fanno 60 chilometri per un
tempo stimato di 18 ore ininterrotte di nuoto. Paolo Carino, il “rivale” di
Federico, non ha completato l’opera. Poi nessun altro ci ha provato. Trattandosi
di un lago alpino, i rischi sono anche nella profondità dell’acqua. “A Verbania,
dove dovrei arrivare all’alba del 21 luglio, si arriva a 370 metri, il punto più
fondo del Lago Maggiore. Ma il vero rischio è legato alla conformazione del
lago: ho studiato un percorso composto da sette segmenti, che seguono proprio
l’andamento del bacino lacustre. Non potrò andare veloce come sul Garda, dove
in certi punti toccavo i 4,2 km/h e dovrei attestarmi sui 3,5 km/h: questo
perché l’onda si frange e rallenta molto la nuotata, spezzandola”.
Perché partire alla sera? Solo per evitare il gran caldo
estivo? “Beh, non lascio nulla al caso. In realtà partirò nel tardo pomeriggio
per sfruttare meglio vento e correnti. E poi ho scelto una notte di luna piena:
la luce è fondamentale, ti dà la spinta. Vedere l’alba mentre nuoti è sempre una
liberazione, un modo per ritrovare le forze: la notte è il periodo peggiore, ma
se non ci saranno temporali e la luna illuminerà un po’ il lago, sarà tutto più
fattibile. Lo staff è confermato: in canoa a seguirmi ci saranno Massimo
Brescianini, Claudio Turina e Simone Zanettin. Sulla barca oltre a mia moglie
Federica e mia madre Gianna Gelsomini, tanti amici e il dottor Marcello
Giugliattini e Roberto Mini, che racconterà live l’impresa dal sito
www.federicotroletti.it”.
Dieci chilometri e 650 metri di acque svizzere, poi altri
49 chilometri e rotti per arrivare alla meta. “E’lunga, ma per me è già
cominciata. Il 7 gennaio ho iniziato la preparazione fisica, quella mentale è
partita molto prima. Avvicinandomi alla data fatidica del 20-21 luglio, alzerò
anche il ritmo dell’allenamento. Le prove generali sono fissate per il 2 giugno,
con la Ponte Caffaro-Idro andata e ritorno che affronterò in notturna, e per il
16 giugno con la Pisogne-Sarnico, 26 chilometri”.
Solo un assaggio, perché la portata principale, Federico, vuole consumarla qualche
decina di chilometri più a nord. Sempre in acqua, suo elemento essenziale:
l’uomo-pesce, del resto, nel Garda come nel Maggiore, non ha bisogno di
domandare permesso.